Città di Chieri (Torino)

Chieri è situata a circa 15 Km dal capoluogo, tra le ultime colline a est di Torino e le propaggini collinari del Monferrato, a 305 metri sul livello del mare, con una superficie di poco più di 54 kilometri quadrati, per quasi 36 mila abitanti. In epoca medievale era conosciuta come la “Città dalle 100 torri” della nobiltà chierese, oggi quasi tutte sparite. Famosa per la produzione di fustagno e la coltivazione del Gualdo, una pianta della famiglia delle brassicaceae o cruciferae, che dona una bella colorazione azzurra ai tessuti, nell’Ottocento Chieri si specializzò nell’industria tessile divenendone il centro dell’economia della città ma, oggi, con il ridimensionamento del settore tessile, le grandi fabbriche hanno chiuso rimanendo in poche, e Chieri ha cominciato ad espandersi a livello residenziale per l’ottima posizione geografica e il buon clima. La storia della città è lunga e complessa, già nella preistoria, tra l’Età del Bronzo e quella del Ferro, fu abitata come attestano diversi ritrovamenti. Sulla Collina di San Giorgio venne edificato un villaggio fortificato, da popolazioni liguri, in età preromana. Nei pressi di questo villaggio, nel II sec. A.C., i Romani porsero una loro colonia denominata Carrea Potentia. Ma già i Celti, passati di lì, avevano denominato il luogo Kari (da cui Carrea), cioè Sasso. Successivamente Chieri subì una dominazione longobarda e il centro perse progressivamente importanza, divenendo un piccolo borgo. E’ solo intorno all’anno 1000, col vescovo di Torino Landolfo, che Chieri riacquista la sua importanza, perché viene cinta da mura ed edificato un castello con una torre sulla cima di San Giorgio, mentre ai piedi della collina viene costruita la chiesa di Santa Maria, sulle rovine di una precedente di età paleocristiana. In seguito diviene dominio sabaudo, poi viene conquistata e distrutta da Barbarossa nel 1155, e persa, con una sonora sconfitta dello stesso Barbarossa, nel 1166. Progressivamente, Chieri, cominciò a diventare sempre più indipendente, un comune autogestito, la repubblica di Chieri, il ché non faceva certo piacere ai potenti signori nei dintorni, soprattutto quelli di Torino. La città fu presa d’assalto più volte e più volte venne piegata e conquistata ma, alleandosi ad Asti, Chieri si ribellò e liberò anche dal marchese del Monferrato e dai provenzali Angioini, che provarono a sottometterla. Chiese aiuto ai Savoia per respingere definitivamente i due nemici e fece atto di sottomissione alla famiglia sabauda, senza mai rinunciare alle libertà conquistate nel tempo. Solo dopo più di 400 anni, tra guerre, alleanze, distruzioni, riedificazioni e peste, Chieri riuscì a liberarsi definitivamente dalle varie dominazioni: lombarde, spagnole, ma soprattutto francesi. Dopo la Rivoluzione Francese, Napoleone conquista e annette il Piemonte alla Francia, portando un nuovo impulso alla costruzione di strade, anche nel chierese. Caduto Napoleone si ripresentò la casa Savoia e nel 1835 venne terminata la strada che unisce Chieri a Torino, passando per Pino Torinese. Il settore tessile, ormai, dominava l’economia chierese e nell’Ottocento la manifattura fiorì grandemente, anche grazie alla costruzione della ferrovia e della stazione Chieri-Trofarello. Dopo la Prima Guerra Mondiale Chieri era diventata la seconda città italiana per l’esportazione di prodotti tessili.

Area: 54,20 km²
Abitanti: 35.853 (2022)
Densità: 661,52 ab./km²
Provincia: Provincia di Torino
Frazioni: Madonna della Scala, Pessione, Airali, Bajs, Bonafous, Fontaneto, Fortemaggiore, Mosi, Mosetti, Borgata Falcettini, Tetti Fasano, Canarone, Cascina Monza, Tetti Borri, Tetti Cochis, Livorna.
Confina con: Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Cambiano, Montaldo Torinese, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pino Torinese, Poirino, Riva presso Chieri, Santena.
Nome abitanti: chieresi
Patrono: Santa Maria delle Grazie (secondo Lunedì di Settembre)
CAP: 10023
Prefisso telefonico: 011
Codice catastale: C627
Codice Istat: 001078

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